jpr williams ha scritto: ↑9 ott 2023, 11:19
doublegauss ha scritto: ↑9 ott 2023, 9:29
L'esperimento franchigie è stato fatto per vedere se concentrando le forze su due sole squadre succedeva qualcosa. Forse oggi possiamo dire che l'esperimento non è andato come si sperava, ma a mio modestisssimo avviso smantellare le franchigie non serve a nulla,
dal punto di vista del rendimento della nazionale. Poi per carità, ci possono essere altri vantaggi, ma sulla nazionale credo proprio di no.
Premesso che a me della nazionale non interessa quanto mi interessa della diffusione del rugby sul territorio nazionale posso dire che una cosa del tuo discorso mi stupisce.
Se non ricordo male sei un "uomo di numeri" e come tale credo tu accolga completamente il cd metodo scientifico.
Ora se un esperimento ha dato dimostrazione di fallire mancando nel raggiungimento dei risultati che ci si prefiggeva di raggiungere logica vorrebbe che lo si abbandonasse.
Perseverare nel portarlo avanti ha senso solo per il tempo necessario a raccogliere dati che ne dimostrino la fallacia. Altrimenti la perseveranza si trasforma in ostinato innamoramento per una tesi. Qualcosa di piuttosto antiscientifico.
Bisogna altresì considerare se laddove invece l'esperimento mostrasse dei tangibili segni di funzionamento (cosa che peraltro non appare) non sia il caso di valutare anche se il beneficio che se ne ricava non sia superato da effetti collaterali negativi che superino il beneficio stesso.
Per me in questo caso il beneficio non c'è o se c'è è minimo, ma il danno è molto grande ed evidente.
Altra cosa è che quel danno a molti non freghi un tubo.
È vero che sono un uomo di numeri e credo nel metodo scientifico, e quindi ti spiego perché la penso come la penso, e cioè che smantellare le franchigie non servirebbe alla nazionale: non credo di dover convincere proprio te sul fatto che non ha senso chiamare "nazionale" una squadra che si regge sugli equiparati, e comunque non è un bene che una quota significativa degli italiani che ci giocano si sia formata all'estero.
Di conseguenza, se uno vuol vedere una nazionale forte e vincente, l'unico sistema sostenibile nel lungo periodo è avere un forte movimento interno, paragonabile per qualità e numeri a quello delle altre 5 nazioni. A quello bisogna puntare. Come ci si arriva? Come dicevo nel mio intervento precedente, bisogna (a) ampliare di parecchio la base dei praticanti e (b) far sì che ci siano
decine di imprese medio-grandi che decidano di investire soldi veri in squadre che abbiano budget dai 10m € in su. E a questo, come ci si arriva? Facendo diventare il rugby una cosa
trendy, talché si avvicinino al gioco migliaia (se non milioni) di italiani che fino ad oggi non l'hanno fatto. In mancanza di questo, non hai ovviamente né la (a), né la (b) (perché le imprese non fanno beneficenza). Di sicuro non ci arrivi coi derby Rovigo-Petrarca, né tantomeno con Colorno-Fiamme Oro (naturalmente, con tutto il rispetto).
Le franchigie sono state un esperimento per portare due squadre italiane in campionati
davvero professionistici, e vedere se si innescava il circolo virtuoso. Oggi sappiamo che questa cosa non ha funzionato. Ma, per i motivi che ho cercato di spiegare, non credo che chiuderle e dire "vabbè dai, torniamo a come era prima" cambi qualcosa, se non in peggio. Poi, ovviamente, non ho la certezza: primo perché sono uno che di rugby in prima persona non ne ha mai masticato, e secondo perché, come si dice nel mio mestiere, non abbiamo il controfattuale.
Poi naturalmente (e qui chiudo, ché mi sono dilungato anche troppo) uno può chiedersi, come fai tu, se il bene del rugby in Italia coincida con una nazionale forte e vincente, ma questo è un altro discorso.