nuovi talenti
Moderatore: Emy77
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Re: nuovi talenti
Volevo aggiungere una cosa agli interventi di sopra: un criterio di selezione può andare bene quando vi è un numero di giocatori alto tra cui pescare. Ad es. ho 50 giocatori selezionabili per l'accademia, si presuppone che siano più o meno tutti dello stesso livello, difficile credere ci siano fenomeni tra questi, allora il metro e la bilancia può essere un criterio aggiuntivo di selezione.
Nell'intervento di umbeala 15 si diceva che vi erano giocatori scartati perchè sotto l'1,75, allora io pongo una domanda: tra questi giocatori scartati vi erano giocatori TECNICAMENTE superiori a quanti non scartati ovvero selezionabili per l'accademia?
Se così fosse allora veramente ci diamo la zappa sui piedi e sperperiamo risorse, se invece il livello dei giovani si equivale allora non mi sembra un criterio di selezione così tragico e comunque quei giocatori scartati hanno comunque partecipato a raduni e quindi sono giocatori interessanti su cui i club dovrebbero continuare a puntare.
Vero che chi non entra in accademia è molto difficile che poi vada in nazionale under, ma questo non vuol dire che non possa diventare professionista!
Nell'intervento di umbeala 15 si diceva che vi erano giocatori scartati perchè sotto l'1,75, allora io pongo una domanda: tra questi giocatori scartati vi erano giocatori TECNICAMENTE superiori a quanti non scartati ovvero selezionabili per l'accademia?
Se così fosse allora veramente ci diamo la zappa sui piedi e sperperiamo risorse, se invece il livello dei giovani si equivale allora non mi sembra un criterio di selezione così tragico e comunque quei giocatori scartati hanno comunque partecipato a raduni e quindi sono giocatori interessanti su cui i club dovrebbero continuare a puntare.
Vero che chi non entra in accademia è molto difficile che poi vada in nazionale under, ma questo non vuol dire che non possa diventare professionista!
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Re: nuovi talenti
stefano.. come fa a diventare professionista se la maggiore lega italiana di rugby è una lega dilettanti (nel senso che è una lega volutamente non professionista).
"Il rugby e` l`assoluto ordine nell`apparente disordine."
Sandro Cepparulo
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Re: nuovi talenti
comunque Accademie o no, io sono abbastanza convinto che se un ragazzo ha le potenzialità di talento e soprattutto mentali per emergere prima o poi nella maggiorparte dei casi ci riuscirà e nessun club si priverebbe di un ragazzo che nelle mani e nelle gambe ha potenzialmente un bel pò di talento (che nel mondo professionistico x quanto sia brutto dirlo = euri ). Ci sono migliaia di esempi nello sport dove giocatori di un talento immenso non sono esplosi immediatamente o non sono stati immediatamente riconosciuti (come non citare sua maestà Micheal Jordan al quale fu preferito tale Sam Bowie ) così come ci sono centinaia di enfent prodige scoppiati poi come una bolla di sapone.
Io credo che se parliamo della gestione dei ragazzi nell'età 16-20 stiamo un pò esagerando... credo che in Italia ( o all'estero xchè no... ) abbiano quasi sempre le possibilità strutturali di allenarsi al massimo e quelli di loro che credono e vogliono provare la strada del professionismo (xchè bene o male a quell'età bisogna iniziare a pensarci ) debbano solo pensare ad allenarsi ogni santo giorno, confrontarsi, informarsi, studiare il gioco ecc... se poi sono veramente bravi state tranquilli che aldilà del peso, dell'altezza ecc... una possibilità gli si presenterà... o esistono veramente in Italia questi talenti fenomenali nascosti da tutto e tutti ???
Differente è il discorso sul come e sul dove bisognerebbe investire i soldi della federazione e qui sono completamente d'accordo che forse invece di investire milioni fondamentalmente x la preparazione delle selezioni Under con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti, si potrebbero forse investire quei denari molto molto meglio: x es. in una migliore preparazione dei tecnici, degli arbitri ma soprattutto nella diffusione del gioco sul territorio, nelle scuole.
Anche perchè ho ascoltato con molto interesse l'intervista di Cavinato dove dice che, benchè trovi positivo inserire una squadra dell'accademia in A1, secondo lui la cosa migliore sarebbe buttare i migliori tra questi ragazzi nella mischia dell'eccellenza ma come giustamente qualcuno feceva notare come può un club inserirli se non si allenano con la squadra ???? (giusto per citare l'esempio + eclatante tra i tanti, l'apertura dell'inghilterra ha esordito in premiership - non nel trofeo dea sarda - all'età di SEDICI anni !!! )
Quindi la domanda che mi sorge è : ma a cosa serve l'accademia ??? a far restare questi ragazzi un paio di anni a contatto con i tecnici federali ??? ma non sarebbe meglio che la federazioni lavorasse coi club x formare + tecnici di livello sparsi nel territorio ... magari perchè no facendo poi x gli azzurrabili dei lunghi stage con le selezioni... no perchè io forse ciecamente non vedo altro motivo di esistere di ste accademie... se non quello di formare così delle superunder... mmmhhh ma , aldilà dell'inutilità della cosa x il movimento (di solito, aldilà del paese ospitante, alla massa frega poco nulla dei campionati giovanili ) non mi pare che possiamo dire che ci stiamo riuscendo, no?
Io credo che se parliamo della gestione dei ragazzi nell'età 16-20 stiamo un pò esagerando... credo che in Italia ( o all'estero xchè no... ) abbiano quasi sempre le possibilità strutturali di allenarsi al massimo e quelli di loro che credono e vogliono provare la strada del professionismo (xchè bene o male a quell'età bisogna iniziare a pensarci ) debbano solo pensare ad allenarsi ogni santo giorno, confrontarsi, informarsi, studiare il gioco ecc... se poi sono veramente bravi state tranquilli che aldilà del peso, dell'altezza ecc... una possibilità gli si presenterà... o esistono veramente in Italia questi talenti fenomenali nascosti da tutto e tutti ???
Differente è il discorso sul come e sul dove bisognerebbe investire i soldi della federazione e qui sono completamente d'accordo che forse invece di investire milioni fondamentalmente x la preparazione delle selezioni Under con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti, si potrebbero forse investire quei denari molto molto meglio: x es. in una migliore preparazione dei tecnici, degli arbitri ma soprattutto nella diffusione del gioco sul territorio, nelle scuole.
Anche perchè ho ascoltato con molto interesse l'intervista di Cavinato dove dice che, benchè trovi positivo inserire una squadra dell'accademia in A1, secondo lui la cosa migliore sarebbe buttare i migliori tra questi ragazzi nella mischia dell'eccellenza ma come giustamente qualcuno feceva notare come può un club inserirli se non si allenano con la squadra ???? (giusto per citare l'esempio + eclatante tra i tanti, l'apertura dell'inghilterra ha esordito in premiership - non nel trofeo dea sarda - all'età di SEDICI anni !!! )
Quindi la domanda che mi sorge è : ma a cosa serve l'accademia ??? a far restare questi ragazzi un paio di anni a contatto con i tecnici federali ??? ma non sarebbe meglio che la federazioni lavorasse coi club x formare + tecnici di livello sparsi nel territorio ... magari perchè no facendo poi x gli azzurrabili dei lunghi stage con le selezioni... no perchè io forse ciecamente non vedo altro motivo di esistere di ste accademie... se non quello di formare così delle superunder... mmmhhh ma , aldilà dell'inutilità della cosa x il movimento (di solito, aldilà del paese ospitante, alla massa frega poco nulla dei campionati giovanili ) non mi pare che possiamo dire che ci stiamo riuscendo, no?
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Re: nuovi talenti
Carissimo Andrea12, io ho detto che partono in 200 per ogni anno e poi ne restano 15 per lo stesso anno, che essendo in accademia 2 le annate fanno i 30 che tu dici. In ogni caso per vedere i pesi e le altezze basta andare sulla sezione accademie della FIR e scoprire che ci sono ragazzi che pesano anche 70 chili ed alti sotto il metro e ottanta, statura che per un sedicenne di adesso non mi sembra straordinaria. In ogni caso neppure io sono un novellino, ho cominciato a giocare nel 76, smesso nel 79, ricominciato nel 86 fino al 2002 allenando anche (solo i bambini) ed adesso sono rimasto come amatore old, non ti dico a che livello ho giocato perchè secondo mè non conta nulla, conta solo amare questo sport che potrebbe crescere in fretta e molto bene se ognuno di noi abbandonasse il campanile e pensasse al bene collettivo.
Big compresi.
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- andrea12
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Re: nuovi talenti
A Mogliano ci sono 2 da 178 e 1 da 177 (per oltre 85 Kg cadauno)
A Parma c'è 1 171, 1 176, 2 179
A Roma 3 da 178, 1 da 172, 1 da 177
Se per buon senso definiamo i 178 o i 179 uguali o simili a 180, possiamo dire, con orgoglio, che rispettiamo il regio decreto al 95%.
Il punto è altro, e qui si discute sulle reali potenzialità formative del rugby italiano. Al di là dei numeri, che sostanzialmente confermano l'adesione a progetto altezza, sono rimasti solo i Club a fare l'attività di base. Il sostegno che dovrebbe arrivare dai tecnici-Guru, con le accademie non c'è (anche perchè loro se ne stanno là). Bisogna andare indietro di almeno 5 anni per ricodare quando già le selezioni regionali lavoravano bene. Almeno qui in Lombardia, il tecnico regionale di allora, non era soltanto capace e professionale, ma girava da un Club all'altro per andare a verificare la bontà delle dichiarazioni dei tecnici di Club (ogni scarrafone è bello a mamma sua). Per i lombardi fu il momento dell'avvicinamento tecnico al Veneto.
Quattro8, nella nostra lunga carriera, abbiamo più o meno gli stessi anni (io ho cominciato nel 75, a 15 anni), abbiamo anche visto tanti preparatori fisici. O sbaglio? Ti posso assicurare che l'ultimo prep.fisico che ho visto in azione, era a dir poco da compatimento (peraltro rinomato e dello staff regionale). Ti assicuro che non ha operato una , che fosse una, correzione tecnica o di impostazione posturale, tra l'altro ad un gruppo di giocatori (allora erano U.16) che avevano veramente bisogno di lavorare con un certo metro. 1 intervento mensile......... Chiaro che con loro ci doveva per forza lavorae il loro allenatore (che ero io) e tutti, a fine stagione, furono contentissimi di quel tipo,ma di quello là, perchè aveva insegnanto bene, perchè i ragazzi erano migliorati, ecc.
Ascolta, tra di noi non cè nessuno che se la mena, però a 51 anni suonati, non ho bisogno di osservare tanto per capire con che razza di collega ho a che fare. Ti devo dire che molti modesti alleantori e tecnici con i ragazzi lavorano bene e con tanta volontà e dedizione, ma sul campo la FIR non c'è e con le accademie c'è ancora meno. Quale travaso di esperienze c'è tra il ragazzo di accademia e i suoi compagni? Nelle ultime 2 stagioni avevo 3 accademici, che il venerdì sera rientravano al Club per l'allenamento con la squadra (quindi a Parma facevano lun. mart, merc e giov, che per me sono 4 allenamenti) e il venerdì tutti insieme col Club,(tot 5 allenamenti/settimana, che erano gli stessi dei ragazzi non accademici). Ma il venerdì sera nessuno ha mai imparato niente dagli accademici (anzi ti dirò che per gli aspetti atletici e fisiologici i livelli erano molto sovrapponibili
Concludo perchè non amo monopolizzare il dibattito (amo più ascoltare e ripensarci): le accademie e questa preparazione dall'alto non serve a niente.In Francia, piuttosto cha a Cardiff o Llanelli, ma anche su tantissimi campi nostrani, l'allenatore esce dal campo più sudato di qualche giocatore. E' questo il punto; si dovrebbero aiutare i Club a crescere (senza togliergli l'indennità di formazione) e vedrai che anche gli allenatori più beceri, se sale il livello, dovranno migliorarsi anche loro (purchè qualcuno abbia il coraggio di dirglielo- altro tasto dolente).
Buon rugby
A Parma c'è 1 171, 1 176, 2 179
A Roma 3 da 178, 1 da 172, 1 da 177
Se per buon senso definiamo i 178 o i 179 uguali o simili a 180, possiamo dire, con orgoglio, che rispettiamo il regio decreto al 95%.
Il punto è altro, e qui si discute sulle reali potenzialità formative del rugby italiano. Al di là dei numeri, che sostanzialmente confermano l'adesione a progetto altezza, sono rimasti solo i Club a fare l'attività di base. Il sostegno che dovrebbe arrivare dai tecnici-Guru, con le accademie non c'è (anche perchè loro se ne stanno là). Bisogna andare indietro di almeno 5 anni per ricodare quando già le selezioni regionali lavoravano bene. Almeno qui in Lombardia, il tecnico regionale di allora, non era soltanto capace e professionale, ma girava da un Club all'altro per andare a verificare la bontà delle dichiarazioni dei tecnici di Club (ogni scarrafone è bello a mamma sua). Per i lombardi fu il momento dell'avvicinamento tecnico al Veneto.
Quattro8, nella nostra lunga carriera, abbiamo più o meno gli stessi anni (io ho cominciato nel 75, a 15 anni), abbiamo anche visto tanti preparatori fisici. O sbaglio? Ti posso assicurare che l'ultimo prep.fisico che ho visto in azione, era a dir poco da compatimento (peraltro rinomato e dello staff regionale). Ti assicuro che non ha operato una , che fosse una, correzione tecnica o di impostazione posturale, tra l'altro ad un gruppo di giocatori (allora erano U.16) che avevano veramente bisogno di lavorare con un certo metro. 1 intervento mensile......... Chiaro che con loro ci doveva per forza lavorae il loro allenatore (che ero io) e tutti, a fine stagione, furono contentissimi di quel tipo,ma di quello là, perchè aveva insegnanto bene, perchè i ragazzi erano migliorati, ecc.
Ascolta, tra di noi non cè nessuno che se la mena, però a 51 anni suonati, non ho bisogno di osservare tanto per capire con che razza di collega ho a che fare. Ti devo dire che molti modesti alleantori e tecnici con i ragazzi lavorano bene e con tanta volontà e dedizione, ma sul campo la FIR non c'è e con le accademie c'è ancora meno. Quale travaso di esperienze c'è tra il ragazzo di accademia e i suoi compagni? Nelle ultime 2 stagioni avevo 3 accademici, che il venerdì sera rientravano al Club per l'allenamento con la squadra (quindi a Parma facevano lun. mart, merc e giov, che per me sono 4 allenamenti) e il venerdì tutti insieme col Club,(tot 5 allenamenti/settimana, che erano gli stessi dei ragazzi non accademici). Ma il venerdì sera nessuno ha mai imparato niente dagli accademici (anzi ti dirò che per gli aspetti atletici e fisiologici i livelli erano molto sovrapponibili
Concludo perchè non amo monopolizzare il dibattito (amo più ascoltare e ripensarci): le accademie e questa preparazione dall'alto non serve a niente.In Francia, piuttosto cha a Cardiff o Llanelli, ma anche su tantissimi campi nostrani, l'allenatore esce dal campo più sudato di qualche giocatore. E' questo il punto; si dovrebbero aiutare i Club a crescere (senza togliergli l'indennità di formazione) e vedrai che anche gli allenatori più beceri, se sale il livello, dovranno migliorarsi anche loro (purchè qualcuno abbia il coraggio di dirglielo- altro tasto dolente).
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Re: nuovi talenti
Sai, Andrea12, come mentalità mi piace come ragioni, perchè hai la convinzioni di chi pratica sul campo le cose, pero devi credere anche a me che non in ogni luogo è come dici tu, perchè io credo a ciò che mi dici, pero anchio son certo di ciò che dico, la soluzione secondo me è quella di attendere ancora un paio d'anni per giudicare le accademie zonali, diciamo fino a che i 93 e 94 saranno a tiro della under 20, e poi potremmo trarne le conclusioni, perchè dopo solo 2 anni penso sia difficile giudicare se il lavoro svolto ha pagato o no. Attendiamo, però non pretendiamo con 100.000 tesserati (non so i praticanti) di eguagliare la Francia con 350.000 giocatori o altre nazioni con storie e tesserati ben più consistenti della nostra, ci si arriverà, forse, ma certamente non solo con le accademia, ma sicuramente con una base molto ma molto più ampia.andrea12 ha scritto:A Mogliano ci sono 2 da 178 e 1 da 177 (per oltre 85 Kg cadauno)
A Parma c'è 1 171, 1 176, 2 179
A Roma 3 da 178, 1 da 172, 1 da 177
Se per buon senso definiamo i 178 o i 179 uguali o simili a 180, possiamo dire, con orgoglio, che rispettiamo il regio decreto al 95%.
Il punto è altro, e qui si discute sulle reali potenzialità formative del rugby italiano. Al di là dei numeri, che sostanzialmente confermano l'adesione a progetto altezza, sono rimasti solo i Club a fare l'attività di base. Il sostegno che dovrebbe arrivare dai tecnici-Guru, con le accademie non c'è (anche perchè loro se ne stanno là). Bisogna andare indietro di almeno 5 anni per ricodare quando già le selezioni regionali lavoravano bene. Almeno qui in Lombardia, il tecnico regionale di allora, non era soltanto capace e professionale, ma girava da un Club all'altro per andare a verificare la bontà delle dichiarazioni dei tecnici di Club (ogni scarrafone è bello a mamma sua). Per i lombardi fu il momento dell'avvicinamento tecnico al Veneto.
Quattro8, nella nostra lunga carriera, abbiamo più o meno gli stessi anni (io ho cominciato nel 75, a 15 anni), abbiamo anche visto tanti preparatori fisici. O sbaglio? Ti posso assicurare che l'ultimo prep.fisico che ho visto in azione, era a dir poco da compatimento (peraltro rinomato e dello staff regionale). Ti assicuro che non ha operato una , che fosse una, correzione tecnica o di impostazione posturale, tra l'altro ad un gruppo di giocatori (allora erano U.16) che avevano veramente bisogno di lavorare con un certo metro. 1 intervento mensile......... Chiaro che con loro ci doveva per forza lavorae il loro allenatore (che ero io) e tutti, a fine stagione, furono contentissimi di quel tipo,ma di quello là, perchè aveva insegnanto bene, perchè i ragazzi erano migliorati, ecc.
Ascolta, tra di noi non cè nessuno che se la mena, però a 51 anni suonati, non ho bisogno di osservare tanto per capire con che razza di collega ho a che fare. Ti devo dire che molti modesti alleantori e tecnici con i ragazzi lavorano bene e con tanta volontà e dedizione, ma sul campo la FIR non c'è e con le accademie c'è ancora meno. Quale travaso di esperienze c'è tra il ragazzo di accademia e i suoi compagni? Nelle ultime 2 stagioni avevo 3 accademici, che il venerdì sera rientravano al Club per l'allenamento con la squadra (quindi a Parma facevano lun. mart, merc e giov, che per me sono 4 allenamenti) e il venerdì tutti insieme col Club,(tot 5 allenamenti/settimana, che erano gli stessi dei ragazzi non accademici). Ma il venerdì sera nessuno ha mai imparato niente dagli accademici (anzi ti dirò che per gli aspetti atletici e fisiologici i livelli erano molto sovrapponibili
Concludo perchè non amo monopolizzare il dibattito (amo più ascoltare e ripensarci): le accademie e questa preparazione dall'alto non serve a niente.In Francia, piuttosto cha a Cardiff o Llanelli, ma anche su tantissimi campi nostrani, l'allenatore esce dal campo più sudato di qualche giocatore. E' questo il punto; si dovrebbero aiutare i Club a crescere (senza togliergli l'indennità di formazione) e vedrai che anche gli allenatori più beceri, se sale il livello, dovranno migliorarsi anche loro (purchè qualcuno abbia il coraggio di dirglielo- altro tasto dolente).
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- andrea12
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Re: nuovi talenti
Beh, è anche una questione di carattere. Io di pazienza, nel fallimento, ne ho molto poca; dovrò armarmi di santa pazienza (si fa per dire perchè me ne strafotto e vado avanti per la mia strada, ) perchè non credo che la mia posizione avrà la meglio. Però fra un paio d'anni mi piacerebbe che qualcuno, che adesso la pensa diversamente, abbia il coraggio di dire: non solo ero nel torto ma ideologicamente ho permesso che si continuasse. Se dovesse andare, invece, bene, sarò io il primo a dire: mi ero sbagliato!.
Intanto continuiamo a mangiare fette di c*******, a fare quello che nel rugby mondiale non fa nessuno e continuiamo anche a scaricare sulle accademie (che rimangono un elemento di grande crisi del progetto ma non l'unico) tutto lo scaricabile.
Ogni progetto ha dei momenti di riflessione, e se nella mia stalla vedo che non produco, mi dovrò anche chiedere perchè! o no? O aspetto anche solo una settimana?
La base più ampia......... c'è il Galles, grande come la lombardia che ha difficoltà a formare una nazionale (tutte le nazionali) che possa entrare nelle prime 4 al mondo, e per i prossimi due anni sarà ancora più in crisi perchè rischia sempre di perdere l'8 posto........
Buon rugby
Intanto continuiamo a mangiare fette di c*******, a fare quello che nel rugby mondiale non fa nessuno e continuiamo anche a scaricare sulle accademie (che rimangono un elemento di grande crisi del progetto ma non l'unico) tutto lo scaricabile.
Ogni progetto ha dei momenti di riflessione, e se nella mia stalla vedo che non produco, mi dovrò anche chiedere perchè! o no? O aspetto anche solo una settimana?
La base più ampia......... c'è il Galles, grande come la lombardia che ha difficoltà a formare una nazionale (tutte le nazionali) che possa entrare nelle prime 4 al mondo, e per i prossimi due anni sarà ancora più in crisi perchè rischia sempre di perdere l'8 posto........
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Re: nuovi talenti
Scusate se mi intrometto,
Premesso che mi piace tantissimo come ragionate, si sente quasi l'odore dell'erba sollevata dai tacchetti da tanto che entrate nel "campo" della questione.
Io non ho la vostra esperienza come allenatore, anzi, sto pensando se diventarlo o meno...
Quello che però estrapolo un po' d tutte le conversazioni sul tema accademia ( del quale io riconosco essere uno dei critici più accesi ) è che questi ragazzi hanno delle pecche.
La prima è che sono selezionati su parametri fisici, però fisicamente crollano al 50 esimo della partita. E' brutto vedere ragazzi che giocano, anche con una buona intensità, crollare coi crampi o avere le mani ai fianchi a 20 anni dopo 50 minuti. Ho giocato, quello si, anche intensamente, e senza la loro preparazione fisica, a 20 anni come dice qualcuno "saltavo i fossi per lungo".
La seconda pecca è che atleticamente sono sbilanciati. Tutto fisico, niente atleticismo (salvo rare eccezioni) niente esplosività nel momento di maggior stress fisico. Forse troppa acidosi, non lo so, non sono un esperto come voi, ma me ne rendo conto subito che la spia della loro benzina si accende troppo presto.
La terza è che per dar spazio all'allenamento fisico, questi ragazzi non sanno giocare. Cari amici, è indubbio che questi ragazzi non riescono a tradurre in campo il gioco che dovrebbero avere in testa. Non sanno giocare a rugby. Sanno le regole, sanno le posizioni (a volte) ma non sanno giocare. CAvoli dai, il placcaggio "duro", il sostegno arrembante quando un compagno parte, la grinta nel legarsi e tener su il compagno in maul, l'invenzione istintiva. Il rugby è anche questo, non solo "senso" e "linea". Senso e linea mi vanno bene nelle under 16 e 14. in una selezione nazionale mica tanto.
Io cercherei di portare questi ragazzi a giocare a rugby con passione e non solo con schemi. In questo secondo me cavinato ha ragione. Le accademie sono un centro elaborazione fusti, ma purtroppo fino ad ora non hanno prodotto gioco.
e ricordo il vecchio motto che mi fece innamorare a 10 anni di questo sport, e che mi dava energia quando non ce la facevo più:
"Il rugby sono 14 uomini che lavorano insieme per dare al quindicesimo mezzo metro di vantaggio."
Nella nostra accademia, questo mezzo metro, non c'e.
Premesso che mi piace tantissimo come ragionate, si sente quasi l'odore dell'erba sollevata dai tacchetti da tanto che entrate nel "campo" della questione.
Io non ho la vostra esperienza come allenatore, anzi, sto pensando se diventarlo o meno...
Quello che però estrapolo un po' d tutte le conversazioni sul tema accademia ( del quale io riconosco essere uno dei critici più accesi ) è che questi ragazzi hanno delle pecche.
La prima è che sono selezionati su parametri fisici, però fisicamente crollano al 50 esimo della partita. E' brutto vedere ragazzi che giocano, anche con una buona intensità, crollare coi crampi o avere le mani ai fianchi a 20 anni dopo 50 minuti. Ho giocato, quello si, anche intensamente, e senza la loro preparazione fisica, a 20 anni come dice qualcuno "saltavo i fossi per lungo".
La seconda pecca è che atleticamente sono sbilanciati. Tutto fisico, niente atleticismo (salvo rare eccezioni) niente esplosività nel momento di maggior stress fisico. Forse troppa acidosi, non lo so, non sono un esperto come voi, ma me ne rendo conto subito che la spia della loro benzina si accende troppo presto.
La terza è che per dar spazio all'allenamento fisico, questi ragazzi non sanno giocare. Cari amici, è indubbio che questi ragazzi non riescono a tradurre in campo il gioco che dovrebbero avere in testa. Non sanno giocare a rugby. Sanno le regole, sanno le posizioni (a volte) ma non sanno giocare. CAvoli dai, il placcaggio "duro", il sostegno arrembante quando un compagno parte, la grinta nel legarsi e tener su il compagno in maul, l'invenzione istintiva. Il rugby è anche questo, non solo "senso" e "linea". Senso e linea mi vanno bene nelle under 16 e 14. in una selezione nazionale mica tanto.
Io cercherei di portare questi ragazzi a giocare a rugby con passione e non solo con schemi. In questo secondo me cavinato ha ragione. Le accademie sono un centro elaborazione fusti, ma purtroppo fino ad ora non hanno prodotto gioco.
e ricordo il vecchio motto che mi fece innamorare a 10 anni di questo sport, e che mi dava energia quando non ce la facevo più:
"Il rugby sono 14 uomini che lavorano insieme per dare al quindicesimo mezzo metro di vantaggio."
Nella nostra accademia, questo mezzo metro, non c'e.
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Sandro Cepparulo
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Re: nuovi talenti
Ti quoto,Tallonatore80 ha scritto:Scusate se mi intrometto,
Premesso che mi piace tantissimo come ragionate, si sente quasi l'odore dell'erba sollevata dai tacchetti da tanto che entrate nel "campo" della questione.
Io non ho la vostra esperienza come allenatore, anzi, sto pensando se diventarlo o meno...
Quello che però estrapolo un po' d tutte le conversazioni sul tema accademia ( del quale io riconosco essere uno dei critici più accesi ) è che questi ragazzi hanno delle pecche.
La prima è che sono selezionati su parametri fisici, però fisicamente crollano al 50 esimo della partita. E' brutto vedere ragazzi che giocano, anche con una buona intensità, crollare coi crampi o avere le mani ai fianchi a 20 anni dopo 50 minuti. Ho giocato, quello si, anche intensamente, e senza la loro preparazione fisica, a 20 anni come dice qualcuno "saltavo i fossi per lungo".
La seconda pecca è che atleticamente sono sbilanciati. Tutto fisico, niente atleticismo (salvo rare eccezioni) niente esplosività nel momento di maggior stress fisico. Forse troppa acidosi, non lo so, non sono un esperto come voi, ma me ne rendo conto subito che la spia della loro benzina si accende troppo presto.
La terza è che per dar spazio all'allenamento fisico, questi ragazzi non sanno giocare. Cari amici, è indubbio che questi ragazzi non riescono a tradurre in campo il gioco che dovrebbero avere in testa. Non sanno giocare a rugby. Sanno le regole, sanno le posizioni (a volte) ma non sanno giocare. CAvoli dai, il placcaggio "duro", il sostegno arrembante quando un compagno parte, la grinta nel legarsi e tener su il compagno in maul, l'invenzione istintiva. Il rugby è anche questo, non solo "senso" e "linea". Senso e linea mi vanno bene nelle under 16 e 14. in una selezione nazionale mica tanto.
Io cercherei di portare questi ragazzi a giocare a rugby con passione e non solo con schemi. In questo secondo me cavinato ha ragione. Le accademie sono un centro elaborazione fusti, ma purtroppo fino ad ora non hanno prodotto gioco.
e ricordo il vecchio motto che mi fece innamorare a 10 anni di questo sport, e che mi dava energia quando non ce la facevo più:
"Il rugby sono 14 uomini che lavorano insieme per dare al quindicesimo mezzo metro di vantaggio."
Nella nostra accademia, questo mezzo metro, non c'e.
infatti per me, che non sono nessuno per tanti motivi, la specializzazione iniziale avviene troppo precocemente (e qui la Federazione ha ragione nel cercare di posticiparla almeno fino in U.14 per alcuni ruoli) e poi, ancora più grave, si continua a distinguere la preparazione fisica/atletica e fisiologica, col rugby giocato. Se tra preparatore e allenatore non c'è condivisione e corresponsabilità negli interventi,oltre che integrazione negli interventi, non ci sarà mai buon rugby (nel senso di gioco efficace). Altro aspetto che tutti tendiamo a sottovalutare e che, per esempio, i francesi sottolineano anche in U.20 e in prima squadra seniores: se non c'è divertimento, gioia e fantasia, non c'è rugby.
Condivido, ma su molti campi vedo illustri colleghi che li fanno "lavorare" (se lavoro non è gioco, il lavoro non serve), togliendo anche la gioia di apprendere e di sperimentare. Sulla strutturazione del gioco mi sono già espresso: io non lo faccio e non lo facevo neppure con le elite U.18 (però fa molto figo urlare dalla panca: fai un aironi o una slice 2......... )
Buon rugby
PS tallonatore: fai l'iter di allenatore. Io credo di aver imparato tante cose e poi deciderai tu se seguire una scuola piuttosta che un'altra
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Re: nuovi talenti
magari avessimo uno stringer in erba sui nostri campi !!E' evidente che noi non produciamo dei grandi talenti ( per il momento) ma vorrei ricordare a tutti che la finale U18 di quest'anno aveva tra le fila circa dodici "accademici" tra i 93/94 e penso che non tutti siano figli dell'amico o del vicino di casa di tizio o abbiano uno sponsor economico dietro, ma ragazzi che si sono conquistati con sudore il posto nell'accademia con sacrificio superando in impegno e capacità tutti gli altri nelle selezioni regionali.poi se la federazione non ringazia per la partecipazione ....bè non importa
buon rugby a tutti
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Re: nuovi talenti
Ti quoto quasi in tutto, infatti anche io penso che non tutti siano figli dell'amico, del vicino etc... non tutti, solo qualcuno!! Per quanto riguarda i ringraziamenti, forse non importa in un mondo di Zulù (ma forse importa anche lì), ma visto che siamo in una società civile, ringraziare qualcuno che si è impegnato, che ha sudato e si è dato da fare, mi sembra sinonimo almeno di buona educazione e correttezza. Evidentemente sia nella FIR che in te che la giustifichi queste qualità latitano.rianimation ha scritto:magari avessimo uno stringer in erba sui nostri campi !!E' evidente che noi non produciamo dei grandi talenti ( per il momento) ma vorrei ricordare a tutti che la finale U18 di quest'anno aveva tra le fila circa dodici "accademici" tra i 93/94 e penso che non tutti siano figli dell'amico o del vicino di casa di tizio o abbiano uno sponsor economico dietro, ma ragazzi che si sono conquistati con sudore il posto nell'accademia con sacrificio superando in impegno e capacità tutti gli altri nelle selezioni regionali.poi se la federazione non ringazia per la partecipazione ....bè non importa
buon rugby a tutti
Saluti
Barnes
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Re: nuovi talenti
mentalità da federazione.barnes84 ha scritto:Ti quoto quasi in tutto, infatti anche io penso che non tutti siano figli dell'amico, del vicino etc... non tutti, solo qualcuno!! Per quanto riguarda i ringraziamenti, forse non importa in un mondo di Zulù (ma forse importa anche lì), ma visto che siamo in una società civile, ringraziare qualcuno che si è impegnato, che ha sudato e si è dato da fare, mi sembra sinonimo almeno di buona educazione e correttezza. Evidentemente sia nella FIR che in te che la giustifichi queste qualità latitano.rianimation ha scritto:magari avessimo uno stringer in erba sui nostri campi !!E' evidente che noi non produciamo dei grandi talenti ( per il momento) ma vorrei ricordare a tutti che la finale U18 di quest'anno aveva tra le fila circa dodici "accademici" tra i 93/94 e penso che non tutti siano figli dell'amico o del vicino di casa di tizio o abbiano uno sponsor economico dietro, ma ragazzi che si sono conquistati con sudore il posto nell'accademia con sacrificio superando in impegno e capacità tutti gli altri nelle selezioni regionali.poi se la federazione non ringazia per la partecipazione ....bè non importa
buon rugby a tutti
Saluti
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tutto è dovuto, e le osservazioni da fuori sono solo illazioni e niente di vero.
e così si va a rotoli tutti assieme appassionatamente.
"Il rugby e` l`assoluto ordine nell`apparente disordine."
Sandro Cepparulo
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- andrea12
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Re: nuovi talenti
Come dicevo in altro post e ora lo riprongo: ma siamo davvero sicurio che al di fuori delle accademie non ci sia niente (o nesuno)?
Ma siamo davvero convinti che gli unici a fare fatica siano gli accademici (o sono proprio loro i fortunati che hanno trovato una strada già parzialmente spianata?)
Ma non varrebbe la pena, pensare che i talenti o presunti tali si possono e si devono formare a partire dalla U.12?
Ma chi se ne frega dell'accademia. Ci siamo già espressi e la Fedrazione se ne frega.
SE vogliamo fare dibattito, e cultura, possiamo provarci andando a visionare (e lo faremo dalla prossima stagione) sui campi (cosa che già i comitati non fannop più come qualche anno fa) questi ragazzini fantastici che già intorno ai 13 e 14 anni fanno vedere quale tipo di evoluzione del gioco sia possibile. Io non farà mai i nomi dei ragazzi ma i nomi degli allenatori che sfornano più giocatori di qualità, quello sì.
Delle accademie non ne riparlerò mai più perchè è un argomento che non mi interessa più.
Buona estate e buon rugby
Ma siamo davvero convinti che gli unici a fare fatica siano gli accademici (o sono proprio loro i fortunati che hanno trovato una strada già parzialmente spianata?)
Ma non varrebbe la pena, pensare che i talenti o presunti tali si possono e si devono formare a partire dalla U.12?
Ma chi se ne frega dell'accademia. Ci siamo già espressi e la Fedrazione se ne frega.
SE vogliamo fare dibattito, e cultura, possiamo provarci andando a visionare (e lo faremo dalla prossima stagione) sui campi (cosa che già i comitati non fannop più come qualche anno fa) questi ragazzini fantastici che già intorno ai 13 e 14 anni fanno vedere quale tipo di evoluzione del gioco sia possibile. Io non farà mai i nomi dei ragazzi ma i nomi degli allenatori che sfornano più giocatori di qualità, quello sì.
Delle accademie non ne riparlerò mai più perchè è un argomento che non mi interessa più.
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Re: nuovi talenti
c'è ....c'è.... parlo almeno nel rugby giovanile lombardo....rianimation ha scritto:magari avessimo uno stringer in erba sui nostri campi !!.........
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Re: nuovi talenti
La questione non è questa , o meglio : in ambito sportivo è la competizione il motore dello sviluppo, il fatto di ridurre il confronto (creando delle liste di "nazionabili" o "accademici") riduce la possibilità di sviluppo ; le accademie esistono in tanti paesi evoluti rugbisticamente , ma nessuna funziona come le nostre; il nostro sistema è copiato da quello francese ? , allora è copiato male, perchè è vero che c'è il "Pôle France" dove vanno i migliori espoir, ma non passano tutta la stagione a Marcoussis, e soprattutto sono i migliori usciti dai "centre de Formation" che hanno TUTTE le squadre del Top14 e più di metà di quelle del ProD2. le "accademie" interregionali per le categorie inferiori come quella del "Rhone-Alpes" o "Sud Est" o "Midi Pyrenees" sono dei centri di sviluppo tecnico della FFR ma non dei pensionati per i ragazzi... i selezionati ci passano dei brevi periodi spesso di approfondimento per ruoli specifici.andrea12 ha scritto:Come dicevo in altro post e ora lo riprongo: ma siamo davvero sicurio che al di fuori delle accademie non ci sia niente (o nesuno)?
In pratica : è stato copiato quello che faceva comodo e non il resto ... sarebbe stato meglio copiare anche la pratica comune FFR sulle giovanili , dove tutte le società per classi di età vengono verificate sul campo, con una persona che viene a seguire gli allenamenti e le partite, confrontandosi con l'allenatore ed i dirigenti.