L'Aquila Rugby: "Siamo alla frutta"
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Re: L'Aquila Rugby: "Siamo alla frutta"
Da "Il Sole24Ore", di Giacomo Bagnasco
<<La gloriosa Aquila Rugby rischia il fallimento. Salviamola
Le ore passano, il verdetto non arriva. Sprazzi di ottimismo e momenti in cui il bicchiere sembra irrimediabilmente vuoto. Un cda che si doveva riunire lunedì per sancire il fallimento dell'Aquila Rugby e far calare la saracinesca su quasi 75 anni di storia. Un sindaco che chiede 48 ore di tempo per provare a ripartire. Il termine è scaduto, ma evidentemente si cerca ancora la chiave per cambiare rotta.
La società è carica di gloria e, a questo punto, anche di debiti. Cifre che farebbero sorridere se si trattasse di una realtà calcistica di alto livello: ma L'Aquila, che a metà settembre dovrebbe iniziare il campionato di Eccellenza, rischia di sparire perché per andare avanti manca un milione di euro. Mentre, come dicono in società, dev'essere tuttora incassata anche una parte consistente della cifra dovuta dallo sponsor dell'annata 2009/2010, ci sono stipendi arretrati da pagare e qualche nuovo ingaggio da perfezionare. Il tempo stringe, un gruppo di atleti del posto, affezionati ai colori neroverdi, sono disposti a restare anche a costo di qualche sacrificio economico. Ma chiedono risposte.
L'importante è ottenere l'ossigeno per avviare la stagione: se sarà un campionato di sofferenza dal punto di vista agonistico, se la maggior parte degli incontri si risolverà anche con passivi pesanti, importa relativamente. Quello che conta è la sopravvivenza di un pezzo importante del rugby (e dello sport) italiano, in un frangente che vede già la città dell'Aquila in ginocchio per motivi ben noti.
La notte del 6 aprile i rugbysti aquilani furono tra i primi a mettersi a disposizione per aiutare in tutti i modi vigili del fuoco e protezione civile. Con una profonda tristezza nel cuore, perché uno di loro - Lorenzo "Ciccio" Sebastiani, 20 anni, pilone di grandi speranze - rimase vittima del sisma.
L'Aquila del rugby si è rialzata, l'anno scorso ha ottenuto la promozione nella massima serie, quest'anno una salvezza abbastanza tranquilla. Per continuare una vicenda sociale, sportiva e umana fatta di passione, di scudetti (cinque, l'ultimo nel 1994 con una clamorosa vittoria in finale ai danni del Milan, allora in orbita Mediaset), di atleti che hanno costruito la storia della Nazionale: più di 40 giocatori del club hanno vestito l'azzurro e fra questi ci sono monumenti come Di Zitti, Ghizzoni e Massimo Mascioletti, brillantissimo anche come tecnico. Gente dura, leale e tenace.Venendo al presente, frutti del vivaio aquilano sono presenti in tante squadre italiane e uno di loro, Andrea Masi, si fa onore da tempo in azzurro e nel Top 14 francese.
Nell'anno in cui due superclub italiani (Benetton Treviso e Aironi, franchigia lombardo-emiliana) lasciano il campionato "interno" per partecipare alla Celtic League, il resto del movimento non può permettersi di perdere realtà di questa caratura. L'Aquila può essere considerata, con Rovigo, la capitale morale del rugby italiano. Qui l'ovale ha preso il sopravvento su tutti gli altri sport: guai a lasciarlo sgonfiare.>>
<<La gloriosa Aquila Rugby rischia il fallimento. Salviamola
Le ore passano, il verdetto non arriva. Sprazzi di ottimismo e momenti in cui il bicchiere sembra irrimediabilmente vuoto. Un cda che si doveva riunire lunedì per sancire il fallimento dell'Aquila Rugby e far calare la saracinesca su quasi 75 anni di storia. Un sindaco che chiede 48 ore di tempo per provare a ripartire. Il termine è scaduto, ma evidentemente si cerca ancora la chiave per cambiare rotta.
La società è carica di gloria e, a questo punto, anche di debiti. Cifre che farebbero sorridere se si trattasse di una realtà calcistica di alto livello: ma L'Aquila, che a metà settembre dovrebbe iniziare il campionato di Eccellenza, rischia di sparire perché per andare avanti manca un milione di euro. Mentre, come dicono in società, dev'essere tuttora incassata anche una parte consistente della cifra dovuta dallo sponsor dell'annata 2009/2010, ci sono stipendi arretrati da pagare e qualche nuovo ingaggio da perfezionare. Il tempo stringe, un gruppo di atleti del posto, affezionati ai colori neroverdi, sono disposti a restare anche a costo di qualche sacrificio economico. Ma chiedono risposte.
L'importante è ottenere l'ossigeno per avviare la stagione: se sarà un campionato di sofferenza dal punto di vista agonistico, se la maggior parte degli incontri si risolverà anche con passivi pesanti, importa relativamente. Quello che conta è la sopravvivenza di un pezzo importante del rugby (e dello sport) italiano, in un frangente che vede già la città dell'Aquila in ginocchio per motivi ben noti.
La notte del 6 aprile i rugbysti aquilani furono tra i primi a mettersi a disposizione per aiutare in tutti i modi vigili del fuoco e protezione civile. Con una profonda tristezza nel cuore, perché uno di loro - Lorenzo "Ciccio" Sebastiani, 20 anni, pilone di grandi speranze - rimase vittima del sisma.
L'Aquila del rugby si è rialzata, l'anno scorso ha ottenuto la promozione nella massima serie, quest'anno una salvezza abbastanza tranquilla. Per continuare una vicenda sociale, sportiva e umana fatta di passione, di scudetti (cinque, l'ultimo nel 1994 con una clamorosa vittoria in finale ai danni del Milan, allora in orbita Mediaset), di atleti che hanno costruito la storia della Nazionale: più di 40 giocatori del club hanno vestito l'azzurro e fra questi ci sono monumenti come Di Zitti, Ghizzoni e Massimo Mascioletti, brillantissimo anche come tecnico. Gente dura, leale e tenace.Venendo al presente, frutti del vivaio aquilano sono presenti in tante squadre italiane e uno di loro, Andrea Masi, si fa onore da tempo in azzurro e nel Top 14 francese.
Nell'anno in cui due superclub italiani (Benetton Treviso e Aironi, franchigia lombardo-emiliana) lasciano il campionato "interno" per partecipare alla Celtic League, il resto del movimento non può permettersi di perdere realtà di questa caratura. L'Aquila può essere considerata, con Rovigo, la capitale morale del rugby italiano. Qui l'ovale ha preso il sopravvento su tutti gli altri sport: guai a lasciarlo sgonfiare.>>
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Re: L'Aquila Rugby: "Siamo alla frutta"
Mi rammarico, premetto che ero uno di quelli di Dalmine che ha vissuto dopo tanti anni di rugby al momento più emozionante dalla propria partecipazione ad eventi rugbystici che quella sera sono andati oltre.. mi sono emozionato, mi sono commosso, mi sono sentito Aquilano, ora rattristisco poichè a fronte della realtà vedo un'amministrazone locale indifferente, un sindaco apatico, un presidente di regione a braccia giunte che aspetta la manna, è da qui che deve partire il riscatto, non dalla federazione che ovviamente deve essere in "par condicio", cari amministratori vi faceva comodo il campo di rugby come tendopoli, e ora non è giunto il momento di restituire? chiedo scusa qualora i miei pensieri siamo errati dal momento in cui l'argomento è evidentemente più importante del gioco della palla oblunga e la mia personale opinione prescinde dal dramma, ma secondo me il problema parte da lì...
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Re: L'Aquila Rugby: "Siamo alla frutta"
Aha dimenticavo che oggi al tg Bertolaso diciarava che nelle casse da gestire di Gianni Chiodi vi erano tipo un miliardo di euro (mi sa che ho capito male, ma forse anche no) da gestire nel modo che egli ritiene opportuno..
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Re: L'Aquila Rugby: "Siamo alla frutta"
ma per piacere... parla ancora quello...Zeu ha scritto:Aha dimenticavo che oggi al tg Bertolaso diciarava che nelle casse da gestire di Gianni Chiodi vi erano tipo un miliardo di euro (mi sa che ho capito male, ma forse anche no) da gestire nel modo che egli ritiene opportuno..
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Re: L'Aquila Rugby: "Siamo alla frutta"
a quanto ho capito la situazione è disperata...
debiti per 1 milione di Euro, nessun main sponsor, attualmente i tesserati della squadra sono una decina di giocatori aquilani, o presi dalle giovanili, non c'è il campo dove allenarsi, gli stipendi dell'anno passato da pagare...
non è più solo una questione economica, è il tessuto della squadra che non esiste più.
debiti per 1 milione di Euro, nessun main sponsor, attualmente i tesserati della squadra sono una decina di giocatori aquilani, o presi dalle giovanili, non c'è il campo dove allenarsi, gli stipendi dell'anno passato da pagare...
non è più solo una questione economica, è il tessuto della squadra che non esiste più.
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Re: L'Aquila Rugby: "Siamo alla frutta"
ah beh, se lo dice Bertolaso...prima o dopo il trattamento per il mal di schiena...Zeu ha scritto:Aha dimenticavo che oggi al tg Bertolaso diciarava che nelle casse da gestire di Gianni Chiodi vi erano tipo un miliardo di euro (mi sa che ho capito male, ma forse anche no) da gestire nel modo che egli ritiene opportuno..
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Re: L'Aquila Rugby: "Siamo alla frutta"
ci sono novità oltre al nulla che sembra??
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Re: L'Aquila Rugby: "Siamo alla frutta"
Ultime ore di speranza per la squadra-simbolo Non può finire così
Repubblica — 31 luglio 2010 pagina 52 sezione: SPORT
L' AQUILA Una baracca di legno, accanto alla tribuna dello stadio dell' Acquasanta. Tre scrivanie, una radio, un fax e un computer. Sulla porta un cartello annuncia che questa è la sede dell' «Aquila Rugby 1936». Con un pennarello, qualcuno ha scritto: «È stato bello». Forse è un ringraziamento, forse è un addio. L' Aquila della palla ovale, come tutta la città, ha infatti un' ala spezzata, e nessuno sa se riuscirà - è lo slogan di tutti gli aquilani che credono nel futuro - a «tornare a volare». Stipendi non pagati, giocatori che fuggono, soldi che mancano e acqua alla gola perché, se non si decide nelle prossime, ore l' Aquila Rugby sparirà dal campionato. «Lassù, sopra la tribuna - dice Marco Molina, dirigente della società - c' è una stanza con i trofei. Cinque scudetti, due Coppe Italia... Sono pieni di polvere: la sede è inagibile dalla notte del terremoto». Bisogna tornare all' 11 settembre dell' anno scorso, per capire cosa sia il rugby in questa città. Prima partita di campionato Top ten, il Super 10, contro il Viadana. L' Aquila vince all' ultimo minuto. Sembra il segno di una riscossa, non solo della squadra ma dell' intera città. Il rugby ha i colori nero del lutto e verde della speranza, che sono gli stessi dell' Aquila fin dal 1703, quando il sisma provocò 6.000 morti. Verde e nero anche i colori portati dagli aquilani a Roma, sotto le manganellate delle forze dell' ordine. I giocatori di rugby, dopo la scossa del 6 aprile, diventano il simbolo di una città ferita, solidale e coraggiosa. Il giocatore Lorenzo Sebastiani muore sotto le macerie. Il trequarti Dario Pallotta salva due anziani in piazza San Pietro, quasi tutta la squadra viene chiamata dall' allenatore Lorenzo Cavallo per evacuare l' ospedale San Salvatore, a braccia perché le barelle non bastano. «Il terremoto - dice Marco Molina - ha però distrutto anche la nostra società, che già non era economicamente solida. Via dalla sede e dallo stadio, abbiamo dovuto trasferirci ad Avezzano, con alte spese per residence e hotel. Duecentomila euro che hanno rotto l' equilibrio di bilancio. La mazzata è arrivata a luglio. Il presidente Giacomo Pasqua dice che pagherà ai giocatori solo la metà dei tre o quattro stipendi arretrati. Lo sponsor Ferla, di Crema, non rinnova il contratto da 350.000 euro. Il campionato non è andato bene, siamo arrivati settimi su dieci, non abbiamo conquistato l' Europa». Il presidente Giacomo Pasqua, imprenditore edile, si arrabbia. «Ai giocatori ho proposto il pagamento dell' 85% degli arretrati, non il 50%. Ma queste persone debbono capire che se sei un professionista hai dei diritti, ma anche dei doveri, compreso quello di giocare bene. Il campionato scorso è costato 2 milioni e a me di finanziare il rugby non l' ha ordinato il medico». Poche ore ancora, per non affogare. «Per ripartire - dice Marco Molina - abbiamo bisogno di almeno 1,5 milioni. Per pagare gli arretrati e per fare la nuova squadra. Oggi come oggi, abbiamo 10 giocatori italiani e 2 stranieri, che hanno firmato un contratto non ancora controfirmato dal presidente. Ma uno dopo l' altro se ne stanno andando quasi tutti. In fondo, non è un male. Abbiamo un progetto per rifondare la squadra con giocatori aquilani e non "stranieri", ma per realizzarlo ci servono due o tre anni. Il milione e mezzo oggi è indispensabile per fare una trentina di contratti, perché non possiamo mandare in campo subito i ragazzi del vivaio. Sono bravi, ma prima di affrontare la Top ten debbono farsi le ossa. In sintesi: senza squadra, non si fa il campionato. Gli stipendi nel rugby vanno dai 1.000 ai 6.000 euro netti al mese, e tutti assieme fanno una bella cifra. Se poi non paghiamo gli arretrati, i giocatori potranno chiedere l' arbitrato al giurì del Coni. L' arbitrato sarà discusso a gennaio e noi verremmo esclusi anche dal campionato 2011-12. Stiamo cercando uno o più sponsor. Non dovrebbe essere difficile. L' Aquila, con la ricostruzione, è diventata il paradiso degli imprenditori». Tanti incontri, anche nella sede provvisoria del municipio. «Il rugby - dice il sindaco Massimo Cialente - nun po' fini' , non può finire. Sarebbe un' umiliazione per la città. Non è solo sport, per noi. È un elemento di identità. Non c' è famiglia che non abbia o abbia avuto un giocatore. Quando ero in seconda media, venne un dirigente dell' Aquila Rugby a cercare nuove leve. I miei compagni Palmerini e Benedetti si misero la casacca verde e nera e da grandi diventarono campioni d' Italia. Mezza classe dirigente della città ha giocato con l' ovale. A Giniano, all' ingresso della città, stiamo preparando un monumento che presenti la città al turista: è un gruppo di statue che mostra una mischia di rugby». La squadra che rischia di essere solo un ricordo è fra le più seguite del campionato. «Se troveremo gli sponsor, andrà bene anche la baracca. Andremo a fare il campionato nel campo di CentiColella, dove giocano 500 bambini. L' importante è non sparire. Sarebbe terribile dover dire ai nostri figli, che già sognano la casacca, che la squadra aquilana non c' è più».È un mondo strano, quello del rugby nero verde. Parli di una palla ovale e una «tifosa» come Chiara Rossi, avvocato penalista, si mette a piangere. «Si parla dell' Aquila solo per le emergenze: le vittime, la ricostruzione... Ma anche la vita quotidiana è un problema serio. La partita può dare un senso a un sabato o a una domenica. Hai bisogno delle cose che avevi prima». «Perdere il rugby - dice Marco Molina - sarebbe come perdere la basilica di Collemaggio». - JENNER MELETTI
Repubblica — 31 luglio 2010 pagina 52 sezione: SPORT
L' AQUILA Una baracca di legno, accanto alla tribuna dello stadio dell' Acquasanta. Tre scrivanie, una radio, un fax e un computer. Sulla porta un cartello annuncia che questa è la sede dell' «Aquila Rugby 1936». Con un pennarello, qualcuno ha scritto: «È stato bello». Forse è un ringraziamento, forse è un addio. L' Aquila della palla ovale, come tutta la città, ha infatti un' ala spezzata, e nessuno sa se riuscirà - è lo slogan di tutti gli aquilani che credono nel futuro - a «tornare a volare». Stipendi non pagati, giocatori che fuggono, soldi che mancano e acqua alla gola perché, se non si decide nelle prossime, ore l' Aquila Rugby sparirà dal campionato. «Lassù, sopra la tribuna - dice Marco Molina, dirigente della società - c' è una stanza con i trofei. Cinque scudetti, due Coppe Italia... Sono pieni di polvere: la sede è inagibile dalla notte del terremoto». Bisogna tornare all' 11 settembre dell' anno scorso, per capire cosa sia il rugby in questa città. Prima partita di campionato Top ten, il Super 10, contro il Viadana. L' Aquila vince all' ultimo minuto. Sembra il segno di una riscossa, non solo della squadra ma dell' intera città. Il rugby ha i colori nero del lutto e verde della speranza, che sono gli stessi dell' Aquila fin dal 1703, quando il sisma provocò 6.000 morti. Verde e nero anche i colori portati dagli aquilani a Roma, sotto le manganellate delle forze dell' ordine. I giocatori di rugby, dopo la scossa del 6 aprile, diventano il simbolo di una città ferita, solidale e coraggiosa. Il giocatore Lorenzo Sebastiani muore sotto le macerie. Il trequarti Dario Pallotta salva due anziani in piazza San Pietro, quasi tutta la squadra viene chiamata dall' allenatore Lorenzo Cavallo per evacuare l' ospedale San Salvatore, a braccia perché le barelle non bastano. «Il terremoto - dice Marco Molina - ha però distrutto anche la nostra società, che già non era economicamente solida. Via dalla sede e dallo stadio, abbiamo dovuto trasferirci ad Avezzano, con alte spese per residence e hotel. Duecentomila euro che hanno rotto l' equilibrio di bilancio. La mazzata è arrivata a luglio. Il presidente Giacomo Pasqua dice che pagherà ai giocatori solo la metà dei tre o quattro stipendi arretrati. Lo sponsor Ferla, di Crema, non rinnova il contratto da 350.000 euro. Il campionato non è andato bene, siamo arrivati settimi su dieci, non abbiamo conquistato l' Europa». Il presidente Giacomo Pasqua, imprenditore edile, si arrabbia. «Ai giocatori ho proposto il pagamento dell' 85% degli arretrati, non il 50%. Ma queste persone debbono capire che se sei un professionista hai dei diritti, ma anche dei doveri, compreso quello di giocare bene. Il campionato scorso è costato 2 milioni e a me di finanziare il rugby non l' ha ordinato il medico». Poche ore ancora, per non affogare. «Per ripartire - dice Marco Molina - abbiamo bisogno di almeno 1,5 milioni. Per pagare gli arretrati e per fare la nuova squadra. Oggi come oggi, abbiamo 10 giocatori italiani e 2 stranieri, che hanno firmato un contratto non ancora controfirmato dal presidente. Ma uno dopo l' altro se ne stanno andando quasi tutti. In fondo, non è un male. Abbiamo un progetto per rifondare la squadra con giocatori aquilani e non "stranieri", ma per realizzarlo ci servono due o tre anni. Il milione e mezzo oggi è indispensabile per fare una trentina di contratti, perché non possiamo mandare in campo subito i ragazzi del vivaio. Sono bravi, ma prima di affrontare la Top ten debbono farsi le ossa. In sintesi: senza squadra, non si fa il campionato. Gli stipendi nel rugby vanno dai 1.000 ai 6.000 euro netti al mese, e tutti assieme fanno una bella cifra. Se poi non paghiamo gli arretrati, i giocatori potranno chiedere l' arbitrato al giurì del Coni. L' arbitrato sarà discusso a gennaio e noi verremmo esclusi anche dal campionato 2011-12. Stiamo cercando uno o più sponsor. Non dovrebbe essere difficile. L' Aquila, con la ricostruzione, è diventata il paradiso degli imprenditori». Tanti incontri, anche nella sede provvisoria del municipio. «Il rugby - dice il sindaco Massimo Cialente - nun po' fini' , non può finire. Sarebbe un' umiliazione per la città. Non è solo sport, per noi. È un elemento di identità. Non c' è famiglia che non abbia o abbia avuto un giocatore. Quando ero in seconda media, venne un dirigente dell' Aquila Rugby a cercare nuove leve. I miei compagni Palmerini e Benedetti si misero la casacca verde e nera e da grandi diventarono campioni d' Italia. Mezza classe dirigente della città ha giocato con l' ovale. A Giniano, all' ingresso della città, stiamo preparando un monumento che presenti la città al turista: è un gruppo di statue che mostra una mischia di rugby». La squadra che rischia di essere solo un ricordo è fra le più seguite del campionato. «Se troveremo gli sponsor, andrà bene anche la baracca. Andremo a fare il campionato nel campo di CentiColella, dove giocano 500 bambini. L' importante è non sparire. Sarebbe terribile dover dire ai nostri figli, che già sognano la casacca, che la squadra aquilana non c' è più».È un mondo strano, quello del rugby nero verde. Parli di una palla ovale e una «tifosa» come Chiara Rossi, avvocato penalista, si mette a piangere. «Si parla dell' Aquila solo per le emergenze: le vittime, la ricostruzione... Ma anche la vita quotidiana è un problema serio. La partita può dare un senso a un sabato o a una domenica. Hai bisogno delle cose che avevi prima». «Perdere il rugby - dice Marco Molina - sarebbe come perdere la basilica di Collemaggio». - JENNER MELETTI
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Re: L'Aquila Rugby: "Siamo alla frutta"
Solito articolone emozionale, come quello dell'Unita' della settimana scorsa. Purtroppo non credo che servira'.
Anch'io piango calde lacrime, come l'avvocata dell'articolo, ma qualche commento (e qualche conto) me lo vorrei fare:
- da quanto sappiamo che mancano 1,5 milioni? se Ferla non versa anche i 350 interi, ne mancavano sempre 1,150. Come mai ce ne accorgiamo adesso? una cosa del genere andava detta dopo la vittoria con il Viadana, al piu' tardi a Natale.
- se il massimo dello stipendio vale 6000 euro netti, anche con il benedetto cuneo fiscale diventerebbero circa 12000 euro lordi, che per 30 contratti, come dice l'articolo, fanno 360000, che nel milione e mezzo ci sta piu' di quattro volte. Ora, non c'e' azienda al mondo in cui i costi indiretti possono essere il quadruplo (vabbe' c'erano gli arretrati, diciamo il doppio) dei costi diretti, cioe' quelli senza pagare i quali non fai il macinato. E il resto???
- l'affermazione di Pasqua e' sufficiente a garantirci la radiazione: glielo spiega qualcuno che se i contratti con gli atleti non vengono onorati la sanzione e' estrema?
Quindi, anche ammesso di avere un soggetto serio che ci mette quanto manca, che garanzie da' l'attuale management? purtroppo la risposta e' scontata. Abbiamo regalato a mezza Italia allenatori e giocatori, ma un general manager non sappiamo neanche cos'e'.
In sintesi, se il management non da' garanzie, anche il volenteroso investitore ci gira la schiena.
Oltre che per chi vede una opportunita' di business (il rugby tira, L'Aquila e' una piazza storica, c'e' il problemuccio del management di cui sopra, ma buttiamo il cuore oltre l'ostacolo e immaginiamo che lo sponsor se lo porti dietro e lo imponga), l'altro motivo per cui un soggetto qualsiasi potrebbe pensare di buttare i soldi nell'Aquila e' per presentarsi degnamente alle istituzioni locali, guadagnare visibilita' e fare affari (in senso sano) con la comunita' locale.
Che so, un'azienda elettrica che deve fare una centrale (es. Rovigo con LNG Gas), uno dei tanti contractors che lavorano in citta'.
Ma anche qui, a ben vedere, un problema di persone c'e': l'amministrazione ha messo in fuga tutti quelli che avevano un progetto per la citta', figuriamoci se fa migliore impressione a chi vuole metterci i soldi oltre alle idee. Forse non ha tutti i poteri - e di certo non ha la statura - per relazioni cosi' complesse.
Ecco mi sono un po' sfogato, da domani torno a cercare lo sponsor.......
Anch'io piango calde lacrime, come l'avvocata dell'articolo, ma qualche commento (e qualche conto) me lo vorrei fare:
- da quanto sappiamo che mancano 1,5 milioni? se Ferla non versa anche i 350 interi, ne mancavano sempre 1,150. Come mai ce ne accorgiamo adesso? una cosa del genere andava detta dopo la vittoria con il Viadana, al piu' tardi a Natale.
- se il massimo dello stipendio vale 6000 euro netti, anche con il benedetto cuneo fiscale diventerebbero circa 12000 euro lordi, che per 30 contratti, come dice l'articolo, fanno 360000, che nel milione e mezzo ci sta piu' di quattro volte. Ora, non c'e' azienda al mondo in cui i costi indiretti possono essere il quadruplo (vabbe' c'erano gli arretrati, diciamo il doppio) dei costi diretti, cioe' quelli senza pagare i quali non fai il macinato. E il resto???
- l'affermazione di Pasqua e' sufficiente a garantirci la radiazione: glielo spiega qualcuno che se i contratti con gli atleti non vengono onorati la sanzione e' estrema?
Quindi, anche ammesso di avere un soggetto serio che ci mette quanto manca, che garanzie da' l'attuale management? purtroppo la risposta e' scontata. Abbiamo regalato a mezza Italia allenatori e giocatori, ma un general manager non sappiamo neanche cos'e'.
In sintesi, se il management non da' garanzie, anche il volenteroso investitore ci gira la schiena.
Oltre che per chi vede una opportunita' di business (il rugby tira, L'Aquila e' una piazza storica, c'e' il problemuccio del management di cui sopra, ma buttiamo il cuore oltre l'ostacolo e immaginiamo che lo sponsor se lo porti dietro e lo imponga), l'altro motivo per cui un soggetto qualsiasi potrebbe pensare di buttare i soldi nell'Aquila e' per presentarsi degnamente alle istituzioni locali, guadagnare visibilita' e fare affari (in senso sano) con la comunita' locale.
Che so, un'azienda elettrica che deve fare una centrale (es. Rovigo con LNG Gas), uno dei tanti contractors che lavorano in citta'.
Ma anche qui, a ben vedere, un problema di persone c'e': l'amministrazione ha messo in fuga tutti quelli che avevano un progetto per la citta', figuriamoci se fa migliore impressione a chi vuole metterci i soldi oltre alle idee. Forse non ha tutti i poteri - e di certo non ha la statura - per relazioni cosi' complesse.
Ecco mi sono un po' sfogato, da domani torno a cercare lo sponsor.......
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Re: L'Aquila Rugby: "Siamo alla frutta"
in effetti quando si parla dell'aquila ormai si cade sempre nella retorica più bieca, vabè...
i piani della società sono chiari, con l'organico dell'anno scorso si pensava almeno di andare in Europa, ma vuoi le condizioni non idonee per gli allenamenti, vuoi gli stipendi non pagati nella seconda metà della stagione, ci siamo visti relegati nelle ultime posizioni.
andare in europa avrebbe portato circa 300mila euro, se la Ferla fosse stato uno sponsor serio e non il solito succhia sangue sarebbero entrati altri 700mila euro e, bene o male, si andava avanti.
speriamo di trovare un main sponsor in brevissimo tempo, ora che la squadra è sull'orlo del baratro pare che si stia muovendo qualcosa... anche se credo sia troppo tardi.
i piani della società sono chiari, con l'organico dell'anno scorso si pensava almeno di andare in Europa, ma vuoi le condizioni non idonee per gli allenamenti, vuoi gli stipendi non pagati nella seconda metà della stagione, ci siamo visti relegati nelle ultime posizioni.
andare in europa avrebbe portato circa 300mila euro, se la Ferla fosse stato uno sponsor serio e non il solito succhia sangue sarebbero entrati altri 700mila euro e, bene o male, si andava avanti.
speriamo di trovare un main sponsor in brevissimo tempo, ora che la squadra è sull'orlo del baratro pare che si stia muovendo qualcosa... anche se credo sia troppo tardi.
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Re: L'Aquila Rugby: "Siamo alla frutta"
E' stata la sola volta che, da tifoso Viadanese, sono stato contento. certo, ho digrignato un po' i denti, ma ne è venuto un sorriso.ursus ha scritto:Bisogna tornare all' 11 settembre dell' anno scorso, per capire cosa sia il rugby in questa città. Prima partita di campionato Top ten, il Super 10, contro il Viadana. L' Aquila vince all' ultimo minuto. Sembra il segno di una riscossa, non solo della squadra ma dell' intera città.
Spiace che le cose debbano sempre distruggersi perchè qualcuno si accorga di quanto sono importanti. E del fatto che certe cose non sono reversibili facilmente.
Il Bambino Ciccione
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Re: L'Aquila Rugby: "Siamo alla frutta"
bella partita, abbiamo fatto il terzo tempo assieme ai giocatori delle due squadre, gli ultras dell'atalanta e il pubblico aquilano nelle vicinanze dello stadio ad arrosticini e birra.gangaibc ha scritto: E' stata la sola volta che, da tifoso Viadanese, sono stato contento. certo, ho digrignato un po' i denti, ma ne è venuto un sorriso.
Spiace che le cose debbano sempre distruggersi perchè qualcuno si accorga di quanto sono importanti. E del fatto che certe cose non sono reversibili facilmente.
02/08/2010
Si è riunito il cda de L’Aquila Rugby 1936
Il giorno 2 agosto 2010 si è riunito il Consiglio di amministrazione de L'Aquila Rugby 1936.
I consiglieri, preso atto delle comunicazioni delle forze politiche e di alcune trattative in corso con nuovi imprenditori, valutando l'evolversi della situazione in maniera positiva, decidono di siglare i contratti con i giocatori intenzionati a restare a L'Aquila, risolvendo le situazioni pregresse con la proposta del contestuale pagamento del 50% delle ultime tre mensilità.
L'Aquila Rugby 1936 ringrazia tutti coloro che nei modi più disparati hanno manifestato affetto e solidarietà per i colori neroverdi chiedendo loro di continuare a sostenere uno dei simboli della nostra Città.
Al fine di evitare interpretazioni non corrette la Società si riserva di fare un comunicato ufficiale nei prossimi giorni.
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Re: L'Aquila Rugby: "Siamo alla frutta"
odora di buona notizia no?
Se hai tempo per fare due cose male, fanne bene una e incrocia le dita
Visto che non voglio scrivere "secondo me" o "in mio parere" in ogni messaggio, ritenete pure ogni opinione espressa puramente personale senza alcuna pretesa di verità assoluta
Visto che non voglio scrivere "secondo me" o "in mio parere" in ogni messaggio, ritenete pure ogni opinione espressa puramente personale senza alcuna pretesa di verità assoluta
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Re: L'Aquila Rugby: "Siamo alla frutta"
Rivel, temo tu abbia un pochino di rinite.
Più che altro perchè Pasqua, dopo aver smentito quattro giorni fa di aver offerto il 50% ... offre il 50%
Immagino che l'attendibilità della persona risulti un pochino sminuita
Più che altro perchè Pasqua, dopo aver smentito quattro giorni fa di aver offerto il 50% ... offre il 50%
Immagino che l'attendibilità della persona risulti un pochino sminuita
"Qui ognuno festeggia il suo 17 giugno"
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Re: L'Aquila Rugby: "Siamo alla frutta"
Adoro gli ottimistirivel1 ha scritto:odora di buona notizia no?